Romano Prodi attacca Merkel:La crisi greca si doveva risolvere in fretta, ora è una tragedia ...

Ο Romano Prodi  για  Merkel και  Γερμανία:
«σε ό,τι αφορά το μέτωπο της ελληνικής κρίσης χάθηκε χρόνος. Επρεπε να λυθεί άμεσα και σιωπηλά, έπρεπε να λυθεί μέσα σε πέντε λεπτά, ενώ, τελικά, μετατράπηκε σε τραγωδία. Τα μέτρα που ελήφθησαν από τότε ήταν και πάλι καθυστερημένα και χαμηλότερα των περιστάσεων».
«Η Μέρκελ δεν αλλάζει ούτε την παραμικρή λεπτομέρεια στην γραμμή της, δεν επιθυμεί καμιά μορφή συνεργασίας, δεν θέλει λύσεις που θα μπορούσαν να οδηγήσουν προς απεμπλοκή της κατάστασης δήλωσε συμμετοχή στο Ταμείο Διάσωσης με το ζόρι και την τελευταία στιγμή»
«η Γερμανία πρέπει να κάνει έκκληση αν όχι στην σωφροσύνη της στο συμφέρον της, διότι, τώρα, παίζουμε πραγματικά με την φωτιά». Το «κύριο πρόβλημα της Ευρώπης, εντοπίζεται στο ότι είναι διχασμένη και δεν διαθέτει την απαιτούμενη δύναμη για να μπορέσει να δράσει»
Για να στηρίξει την θέση του για τα ευρωομόλογα ο Ιταλός πολιτικός και οικονομολόγος, αναφέρθηκε και πάλι στην περίπτωση της Ελλάδας, υπογραμμίζοντας χαρακτηριστικά πως «η κατάσταση της πολιτείας της Καλιφόρνιας είναι σαφώς
σοβαρότερη από εκείνη της Ελλάδας, αλλά κανείς δεν της επιτίθεται διότι το δημόσιο χρέος των Ηνωμένων Πολιτειών, έχει υποστήριξη από μια κρίσιμη μάζα: το δολάριο είναι ένα πολύ δυνατό μαντρόσκυλο ...
(Από το ''ΒΗΜΑ'')


La crisi greca si doveva risolvere in fretta, ora è una tragedia.
Berlusconi ci ha danneggiato in Europa

 Prodi attacca Merkel
 “Politica tedesca irragionevole

“Qui si sta giocando col fuoco. La crisi greca si doveva risolvere in fretta e in silenzio, ora è diventata una tragedia. L’ex governo ci ha danneggiato in Europa”.

Articolo su L’Unità del 1 dicembre 2011

Sul tema della crisi dell’eurozona «la politica tedesca è spesso di una durezza e irragionevolezza straordinaria». Lo sostiene l’ex premier Romano Prodi che ha fortemente criticato la politica economica del Governo Merkel. «Si è rischiato di mettere in crisi l’euro – ha detto – ma farlo non è nemmeno nell’interesse tedesco visti i dati della sua bilancia commerciale. La Germania deve usare se non la propria saggezza, almeno la propria convenienza, perchè qui si sta veramente giocando col fuoco». Il problema dell’Europa, secondo Prodi, è che è «completamente divisa, non ha in sè la forza per agire, anche se rimane la più grande forza economica del mondo.
La Merkel – ha rincarato Prodi – non cambia linea di una virgola, non vuole nessuna forma di collaborazione, non vuole rimedi che potrebbero risolvere i problemi, ha aderito al Fondo salvastati all’ultimo minuto e a stento. Sul fronte della crisi greca, ad esempio, si è perso tempo, si doveva risolvere in fretta e in silenzio, si poteva risolvere in cinque minuti ed invece è diventata una tragedia. Da allora si è continuato con provvedimenti inferiori alle necessità e presi in ritardo».
La Bce deve diventare il prestatore di ultima istanza ed è necessario introdurre gli eurobond. Sono le due ricette che ipotizza Prodi per uscire dalla crisi dell’euro. «O chiudiamo bottega – ha detto il professore parlando a Bologna all’assemblea nazionale dell’Ancpl – o la Bce deve fare la Bce ovvero diventare prestatore di ultima istanza. La Francia è favorevole, ma la Germania irremovibile. Un altro tema è quello degli eurobond». Per sostenere l’emissione delle obbligazioni europee Prodi ha portato l’esempio americano. «La situazione della California è più grave di quella della Grecia – ha detto – ma nessuno pensa ad aggredirla perchè il debito degli Stati Uniti è difeso dalla massa critica. Il dollaro è un cane molto grosso. La Germania ha come bestia nera l’inflazione ma non aiuta per nulla il riequilibrio europeo».
L’ex presidente della Commissione ha poi attaccato duramente il governo Berlusconi: “E’ stato assente in tutte le decisioni europee importanti. È per questo che l’Italia è stata danneggiata fortemente e ora il sistema economico e bancario sono in difficoltà”. «Il governo passato – ha detto Prodi – in Europa non c’era», eravamo «assenti in tutte le decisione importanti» dove «sono state prese decisioni che ci hanno fortemente danneggiato e sfavorito» per esempio nel campo della «regolamentazione delle banche, in quello agricolo e quello delle costruzioni». La critica principale, quindi, non è tanto sulle «decisioni prese» dai partner europei, ma dall’«assenza dell’Italia». Per questo, ora, il nuovo governo «dovrà fare un braccio di ferro» in particolare per superare l’eccessiva «restrizione di possibilità di azione delle nostre banche». «I parametri individuati – ha aggiunto – hanno sfavorito le nostre banche» che hanno chiuso i rubinetti anche con il mondo produttivo.